Ma quando dura (ancora) AS/400? Eravamo nella prima metà degli anni ’90 e al termine del corso “AS/400 sistema e programmazione, logica di programmazione” era prevista una esperienza di stage in azienda, seguendo questo percorso sono entrato nel mondo dell’IT come aiuto operatore.
Tra i compiti del mattino c’era quello di raccogliere le stampe (rigorosamente su modulo continuo), frutto delle elaborazioni notturne, e separarle per Job, controllare i salvataggi, mettere al sicuro le cassette in cassaforte, poi allocarsi la coda dell’operatore per vedere eventuali messaggi di errore, soprattutto quelli relative alle stampanti.
La mia carriera lavorativa retribuita è iniziata in una software house come operatore.
Il rumore dei tasti del terminale 5251, il suono del risucchio del lettore delle “pizza” che inghiottiva il nastro, i primi data cartridge, i soliti salvataggi da impostare e verificare, le stampanti da gestire, i twinax da configurare.
Le battaglie con i primi PC portatili per installare la scheda Twinax, la lotta per la gestione della memoria per installare il PCSupport.
Configurare due modem collegati all’AS per scambiare qualche byte.
Notti passate ad aggiornare il sistema operativo, perché bisognava cambiare la cartridge quando compariva il messaggio in console.
Uffici pieni di fumo, portacenere pieni di sigarette.
Si potrebbe continuare per altre tre, quattro pagine, ricordando l’avvento delle reti; prima il token ring poi l’ethernet, gli LTO, internet l’alta disponibilità, l’HMC e le virtualizzazioni.
Fermarsi un momento per riflettere sui compiti che quotidianamente si eseguivano per garantire la funzionalità e l’accessibilità del sistema fa pensare come alcune attività siano scomparse, altre mutate nell’esecuzione, ma non nella sostanza, e che sia ancora necessario un servizio di operatore, sicuramente evoluto, che sappia sfruttare gli strumenti disponibili sul mercato e sappia assorbire l’esperienza delle persone che lo circondano.
Ormai sono passati così tanti anni dalla nascita di AS/400 che ora di team che possano contare su tutte le competenze non ne sono rimasti molti, mentre invece quelle macchine incredibili sono ancora inarrestabili. Bisogna assicurarsi di sapergli star dietro.
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